
Promuovere l’acquisizione e il potenziamento delle competenze linguistiche dei cittadini di Paesi Terzi – minori, giovani e adulti
Connettere i temi del trauma, delle migrazioni e dell’apprendimento linguistico è un esercizio importante e un approfondimento che offre stimoli interessanti a chi realizza interventi formativi e glottodidattici rivolti a persone migranti. Il processo migratorio implica una profonda destrutturazione e ristrutturazione dell’identità della persona
Nello sforzo di ridefinire il proprio sistema di riferimenti – dalla lingua ai valori, dalle credenze alla percezione di sé – in un contesto nuovo e purtroppo spesso ostile, il migrante affronta un percorso complesso.
L’adattamento a un nuovo paese è a tutti gli effetti un’esperienza microtraumatica del quotidiano (Risso, 1992), caratterizzata da conflitti interiori, stress e lacerazioni il cui esito può essere assimilato a quello di un trauma cumulativo (Khan, 1963), con effetti profondi sulla psiche, il benessere emotivo e quindi la capacità di apprendere.
In questo contesto, l’apprendimento linguistico non è solo un processo formativo orientato all’acquisizione di conoscenze, competenze e abilità utili alla comunicazione nel nuovo Paese. Può essere anche uno strumento potente di ricostruzione identitaria e di promozione del benessere.
La lingua non è mai soltanto quella del luogo in cui si nasce o in cui si sceglie di vivere. Per questo, un approccio inclusivo può valorizzare il repertorio plurilingue dei migranti, riconoscendo il ruolo della biografia linguistica – ovvero l’insieme delle lingue apprese e utilizzate nel corso della vita, legate a esperienze personali e affettive – e pratiche come la mediazione, la traduzione e il translanguaging, inteso come l’uso flessibile e integrato di tutte le risorse linguistiche a disposizione, oltre i confini rigidi tra le lingue.
Il progetto ABIL.ITA, finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno nell’ambito dei Fondi FAMI, mira a promuovere l’acquisizione e il potenziamento delle competenze linguistiche dei cittadini di Paesi Terzi – minori, giovani e adulti – con particolare riferimento a categorie vulnerabili attraverso la messa in atto di percorsi formativi la cui dimensione sperimentale e operativa favorisca l’integrazione e l’inclusione.
L’iniziativa ha una dimensione interregionale e si sviluppa sul territorio torinese, milanese e catanese nelle sedi della Fondazione Piazza dei Mestieri ETS (Capofila) in partenariato con Comunità Cantiere Srl Impresa Sociale Ets, l’IPRS – Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali Ets, e gli enti di formazione professionale Immaginazione e Lavoro Soc. Coop. e Archè Impresa Sociale Srl.
Tra le principali azioni previste, vi è il rafforzamento delle strategie per l’insegnamento dell’italiano L2 – con diversi obiettivi (alfabetizzazione, certificazione, potenziamento) e rivolto a destinatari differenti (adulti, minorenni, ragazzi a rischio di dispersione, ecc.). In questo ambito, si riflette su come un setting didattico attento alle dimensioni emotive, biografiche e linguistiche possa favorire non solo l’apprendimento, ma anche la rielaborazione dei vissuti traumatici legati ai profondi cambiamenti che segnano ogni percorso migratorio.
Il ruolo di IPRS Ets è proprio quello di avviare questa riflessione attraverso un percorso di formazione rivolto agli operatori delle tre sedi della Piazza dei Mestieri (Torino, Catania e Milano), condotto insieme ad esperti in ambito clinico e pedagogico.
Oltre alla formazione, IPRS curerà un percorso di intervisione e supervisione, in collaborazione con la Piazza dei Mestieri di Torino: uno spazio strutturato di confronto tra pari, finalizzato ad analizzare i contesti, le prassi educative e i percorsi attivati, mettendoli in relazione con i bisogni espressi dai destinatari. La supervisione potrà riguardare aspetti organizzativi, metodologici e, laddove necessario, anche clinici.