Le persone migranti portano ai servizi territoriali una domanda di aiuto e cura complessa e di difficile interpretazione. Si tratta di affrontare una molteplicità di bisogni, espressi su diversi livelli in ambito medico, medico-legale, psichiatrico, psicologico, sociale, amministrativo, giuridico e anche bisogni legati più in generale alla tutela dei diritti umani.
Per offrire risposte adeguate è indispensabile creare le condizioni perché tutti i soggetti, istituzionali e del privato sociale, a vario titolo coinvolti possano lavorare in sinergia.

La Rete Milanese Vulnerabili, che coinvolge il Comune di Milano, l’Ospedale Niguarda Ca’ Granda, l’Università degli Studi di Milano e alcuni importanti enti coinvolti nell’accoglienza e integrazione dei migranti, quali la Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani” Onlus,  il Consorzio Farsi Prossimo, l’Associazione Sviluppo e Promozione e la Cooperativa Terrenuove, dal 2013 opera con l’obiettivo di costruire un sistema integrato di azioni e servizi socio sanitari assistenziali in dei migranti più vulnerabili presenti sul territorio milanese.

Lavorare in rete, coniugando un adeguato livello di formalizzazione con una snellezza operativa che renda le attività proposte sostenibili per i partecipanti, è più che mai necessario in un momento in cui sempre più persone sono escluse dal sistema di accoglienza, con una allarmante crescita dell’esclusione sociale.
L’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali (IPRS), nell’ambito del progetto PsychCare – Psychiatric Services for Refugees,  in collaborazione con l’Istituto di Ricerche in Psicoterapia Psicoanalitica (IREP) e l’Istituto Elvio Fachinelli, propone una conversazione con tre promotori dell’esperienza milanese, recentemente raccontata in un volume edito da Franco Angeli: “Rifugiati nella rete. Dall’accoglienza alla cura“.
Un libro nato dal desiderio di scrivere di una Milano che dal 2013 si occupa di accoglienza e cura nei confronti delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale e umanitaria.
L’esperienza della Rete Milanese Vulnerabili, considerata già una best practice nello scenario nazionale, presenta in queste pagine la sua struttura organizzativa e operativa e fornisce la possibilità al lettore di comprendere quale sia il dialogo profondo sui casi: un dialogo che si sviluppa a partire da culture professionali diverse e che nel tempo ha costruito una modalità concettuale e pratica di interazione del tutto originale, innescando una riflessione etico/deontologica tutt’altro che scontata. Nell’attuale scenario nazionale e globale, la cura e la presa in carico integrata dei migranti vulnerabili, oltre ogni definizione precostituita, resta un tema centrale e foriero di riflessioni culturali e civiche alle quali non è più possibile sottrarsi.

Chiara Peri (IPRS), ne parlerà con gli autori Andrea Armocida (Comune di Milano), Marzia Marzagalia (ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda) e Cristina Cattaneo (Università degli Studi di Milano).