Recensione a É. Roudinesco: Sigmund Freud, nel suo tempo e nel nostro

recensione al volume

Élisabeth Roudinesco, Sigmund Freud, nel suo tempo e nel nostro, Einaudi 2015

Pag. 512, € 34,00

 

Freud: alla ricerca dell’amico da amare e da combattere

di Arturo Casoni

Élisabeth Roudinesco, rinomata storica della psicoanalisi e psicoanalista essa stessa, a venti anni di distanza dalla sua biografia di Jacques Lacan, ci consegna questo suo “ritorno a Freud”.

Se con Lacan – negli anni ’90, poco dopo la sua morte – si doveva confrontare con una materia ancora viva, qui ha la distanza per poter riflettere su una storia de-finita, appunto come è detto nel titolo “nel suo tempo e nel nostro”.

E’ comunque consapevole di lavorare sulla vita di un uomo che ha cambiato il nostro modo di pensarci, la percezione di noi stessi, la nostra cultura. Una biografia che mantiene in sé il rigore della storiografa e lo sguardo della psicoanalista che non rinuncia alla sua interpretazione, senza fare sconti al paziente Sigmund.

Il suo lavoro archeologico è arricchito dalla possibilità di accesso a documenti fino a poco prima non di pubblico dominio, che arricchiscono lo sguardo in particolare incrociando l’enorme mole dei suoi epistolari. Con agilità Roudinesco si muove attraverso una letteratura sconfinata sul “caso” Freud, spesso caratterizzata dalla monumentalizzazione o dalla demolizione, attraverso registri molteplici, passando dall’analisi storica dei concetti fondamentali della teoria psicoanalitica man mano che si andavano definendo, alle beghe familiari, ai drammi intimi, alle “piccole storie” che fanno la sostanza di ogni essere umano.

Come è giusto che sia per il soggetto di cui si tratta la sessualità è cosa sempre presente nella trattazione, nell’aria che si respira dentro le pagine, sia che si parli dell’innovatore scienziato, sia del borghese ebreo della Vienna dei primi del ‘900. Il personaggio che ne emerge, anzi la persona che ci si presenta, oltre che geniale ci appare generoso, coraggioso, affettuoso, caldo, contraddittorio: una bella persona. La diagnosi che ella ci propone della sua nevrosi – della sua “nevrastenia” lei dice – è quella che sortisce da un conflitto che diventerà il suo destino: alla ricerca di un amico da amare e da combattere.