NEET – Youthreach Programme, una scuola di seconda chance

Tra le aree di maggior interesse per il rafforzamento della capacità della Regione Sardegna di intervenire riguardo al fenomeno dei Neet, è stata individuata (nell’ambito del progetto Selezione di Buone pratiche europee nei sistemi dell’occupabilità, dell’alta formazione e dell’immigrazione del POR FSE 2007/2013)  quella connessa all’attivazione di misure di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica dei giovani, con un focus sulle possibilità di reintroduzione nei circuiti formativi per innalzare i livelli di istruzione e formazione della popolazione target. Sono infatti questi i giovani che hanno i maggiori rischi di ingresso e permanenza nel gruppo dei Neet e per i quali anche le misure attivate nell’ambito di Garanzia Giovani risultano inadeguate o inefficaci, in particolare per i target più vulnerabili e in condizioni di maggiore fragilità.

Youthreach Programme è un programma di istruzione e formazione di seconda chance per gli early school leavers, finanziato con fondi nazionali e volto a colmare i gap riguardo le competenze di base, sostenere lo sviluppo personale dei giovani, offrire percorsi di formazione professionale che portino al conseguimento di un diploma riconosciuto.  Il programma prevede due anni di istruzione, formazione e training a tempo pieno per i Neet tra i 15 e i 20 anni che hanno abbandonato la scuola senza alcuna qualifica o senza un diploma riconosciuto. E’ attivo in 107 centri in tutto il paese, per lo più situati in zone svantaggiate e rurali.

Si tratta di un’iniziativa multi- dipartimentale, finanziata dal Dipartimento Nazionale Education and Skills (DES) e dal Ministero delle imprese del commercio e dell’occupazione (DETE), gestito localmente dagli Education and Training Boards (ETBS).

Il programma Youthreach è stato istituito nel 1980 dal Ministero per l’educazione in Irlanda con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica e consentire ai giovani early school leavers, anche quelli in situazioni di particolari vulnerabilità, di colmare i gap educativi e di riattivare le capacità personali e sociali, per favorire la crescita del livello di educazione e favorire il pieno inserimento sociale e lavorativo. Il programma è stato costantemente valutato e adeguato, e si caratterizza per aver adottato metodologie efficaci per rispondere ad alcuni dei problemi più complessi in questo ambito di intervento:

  • la difficile raggiungibilità dei ragazzi e delle famiglie;
  • la difficoltà di coinvolgimento e di recupero delle motivazioni dei ragazzi;
  • la difficoltà di realizzare programmi formativi e di apprendimento fortemente personalizzati e inclusivi;
  • il coinvolgimento attivo di tutta la comunità e del mondo del lavoro per fronteggiare le sfide sociali complesse.

Il programma si caratterizza per aver affrontato i complessi problemi sviluppando un approccio olistico sul singolo alunno, puntando non solo a rafforzare le competenze di base e a fornire formazione, ma a lavorare sulla motivazione, sull’autostima e sulle capacità di sviluppo relazionale e sociale dei ragazzi e delle loro famiglie. Su un programma settimanale di 28 ore, circa 8 ore sono dedicate allo sviluppo personale di ogni alunno; le equipe multidisciplinari che gestiscono le classi di ogni centro Youtreach, valutano settimanalmente l’andamento della classe e dei singoli alunni, per riprogrammare continuamente il lavoro da fare. L’approccio individualizzato informa tutte le attività svolte dall’equipe dei centri. L’enfasi posta dal modello di intervento di Youthreach non è sulla classificazione dello svantaggio, bensì sulla eliminazione delle barriere che si interpongono tra gli studenti e l’apprendimento. Youthreach lavora anche, per brevi periodi, con ragazzi ancora nella scuola ma segnalati dalla stessa per forti problematicità e rischio di abbandono scolastico. I punti cardine su cui si fonda l’intera metodologia di lavoro di Youtreach sono:

  • l’importanza del coinvolgimento della famiglia e della comunità negli interventi su questo target,
  • senza un profondo intervento volto al recupero della fiducia, dell’autostima, della proattività dei giovani il lavoro prettamente formativo rischia di continuare a fallire,
  • è necessario realizzare interventi su piccoli gruppi e con un approccio personalizzato.

Il programma Youthreach prevede una regia unica centrale, ma importanti livelli di progettazione, programmazione, responsabilità manageriali e didattiche sono a cura di ogni responsabile del centro territoriale e del board che viene creato per gestirlo. Gran parte del successo del programma si fonda sul lavoro che viene svolto a livello delle comunità in cui i centri esistono, per coinvolgere e sostenere i giovani e le loro famiglie nella scelta di entrare nel programma Youthreach (un ruolo molto rilevante nel convincere i ragazzi target a iscriversi è svolto dalle madri, come documentato dai report di valutazione).

L’approccio dei centri, le modalità di coinvolgimento del target, la multidisciplinarietà degli interventi, la strategia adottata (a livello centrale e territoriale), il costante processo di valutazione e monitoraggio, l’adozione di un approccio olistico sul singolo beneficiario, sin dalle fasi di coinvolgimento e avvio del corso, sono i fattori strategici di successo. Il programma prevede attività a tempo pieno per 209 gg per anno, consentendo una intensa attività sui beneficiari su molteplici aspetti e con metodologie integrate. Costituiscono peculiarità del programma:

  • il fatto che sia costantemente monitorato e valutato, con esiti e impatti che sono stati regolarmente raccolti e che consentono di considerarlo a tutti gli effetti un intervento misurabile in termini di efficacia e risultati raggiunti. E’ stata valutata a livello europeo come una delle migliori esperienze nell’ambito dell’educazione di seconda chance.
  • Il modello di governance, che vede una cabina di regia centrale e figure di responsabili territoriali con elevati livelli di autonomia per la personalizzazione degli interventi: i metodi di lavoro sulla popolazione target, gli approcci adottati, consentono di individuare varie possibili piste di intervento coerenti con le politiche regionali e con le misure programmate per il periodo 2014 – 2020.

Le valutazioni effettuate con cadenza annuale hanno rilevato che praticamente tutti gli studenti coinvolti nei centri Youthreach hanno riportato qualche beneficio misurabile, quali il proseguimento degli studi, lo sviluppo di rilevanti abilità personali e sociali, una maggiore facilità nel riattivarsi per trovare strade di reinserimento sociale e lavorativo. Ogni anno Youthreach si occupa di circa 8.000 ragazzi; la dispersione scolastica è molto bassa (3,5%) ed è alta la percentuale di studenti che riprendono gli studi superiori.

Spunti di interesse per le politiche regionali sui Neet

Il bisogno di individuare metodologie e strumenti in grado di lavorare in via preventiva sul problema dei Neet, cercando di intervenire tempestivamente sui ragazzi più giovani a rischio di dispersione scolastica e formativa con modalità multidisciplinari, da progettare e realizzare coinvolgendo attori pubblici e privati e attivando l’intera comunità, specie nelle aree più interne e in condizioni di grave disagio sociale ed economico, appare di primaria importanza.

L’esperienza di Youthreach suggerisce molti spunti di interesse per la Regione Sardegna anche in ragione della elevata corrispondenza degli obiettivi di policy tra quanto realizzato con Youthreach e quanto previsto nel POR FSE 2014 -2020 (asse istruzione, formazione e occupabilità) e nella programmazione delle misure connesse a Garanzia Giovani.

Trattandosi inoltre di un programma di lunga durata (nato nel 1980), rigorosamente monitorato e valutato, è più agevole riconoscere i risultati raggiunti e avere accesso a una solida e sperimentata metodologia di lavoro che ben si presta ad essere adattata e integrata nei piani di intervento regionali.

L’esperienza scelta per la visita di studio presenta alcune caratteristiche che la rendono particolarmente interessante. Il programma si occupa di risolvere alcuni tra i principali problemi evidenziati anche nel contesto sardo con riferimento ai giovani Neet:

  • come recuperare gli early school leavers (giovani tra i 15 e i 20 anni) privi di qualifiche e di titoli riconosciuti e quindi con bassissima occupabilità, riportandoli nei circuiti formativi o avviandoli al lavoro;
  • quali metodologie e approcci adottare per lavorare sulla rimotivazione dei giovani e sul contrasto ai fattori che hanno determinato l’abbandono degli studi;
  • come coinvolgere i target più vulnerabili;
  • come realizzare un intervento che agisca anche sulle famiglie e sulla comunità, specie in contesti rurali, isolati e svantaggiati.

Alcuni degli aspetti più qualificanti del programma possono essere adottati nelle varie linee di intervento delle aree istruzione, formazione professionale, politiche attive del lavoro rivolte ai Neet:

  • modalità di ascolto attivo e coinvolgimento delle comunità più vulnerabili e disagiate,
  • metodi di progettazione partecipata per rispondere ai bisogni multidisciplinari e complessi di ogni comunità,
  • metodi di insegnamento,
  • metodi di mentoring, counseling, programmazione personalizzata,
  • metodi di sostegno psicologico e di rafforzamento dello sviluppo personale degli studenti.

Se ne parlerà al convegno finale (scheda allegata), il 21 aprile a Cagliari.