Vision e Mission OUT

Vision

 

Chi può essere ancora cosi superbo e sciocco da credere “nelle magnifiche sorti e progressive” ?

E tuttavia, noi vogliamo custodire un sogno e continuare a impegnarci nel promuovere il benessere individuale e sociale, dare impulso ai diritti umani e alla dignità della persona, favorire l’uguaglianza sostanziale e non solo formale delle opportunità, sostenere i soggetti in difficoltà.

Vorremmo che chi lavora in questa medesima direzione ci potesse sentire compagni di viaggio e, qualche volta, utili battistrada.

 

Mission

 

Brecht canta la lode del dubbio, ma diffida di chi utilizza il dubbio per non decidere.

Le infinite scelte cui siamo sollecitati ogni giorno, cui sono sollecitati i politici o i pubblici amministratori, richiamano alla responsabilità della decisione, che dovrebbe essere sempre informata, meditata e orientata alla promozione del benessere delle persone, e tuttavia odorosa del dubbio brechtiano, ovvero il dubbio che è dato dal senso della responsabilità e non dalla fuga da essa.

La nostra ambizione è affiancare chiunque debba assumere decisioni, predisporre politiche, definire prassi di intervento, per sostenerlo nel complesso processo di conoscenza dei problemi, di individuazione delle opzioni possibili, di formazione delle persone.

Dietro colui o coloro che decidono c’è sempre la società nella quale quelle decisioni ricadono; e quella società si compone di individui, portatori di storie individuali e individuali bisogni. Persone desiderose di essere riconosciute nella specificità della loro esistenza, la cui originalità sfugge, talvolta, anche a loro stesse.

Ecco: la nostra ambizione è riconoscere quelle individualità mantenendone la concreta ricchezza; saper capire come quelle individualità diano vita alla tessitura cangiante di una società; esser pronti a cogliere nuovi fenomeni sociali e intuirne cause e possibili effetti. E tradurre tutto ciò in analisi chiare e puntuali, ma mai assertive e definitive; in indicazioni operative di cui siano evidenti ricadute e responsabilità.

Elementi fondamentali per realizzare tutto ciò sono: l’attenzione all’equiprossimità, tipica delle pratiche mediative; la logica del confine, propria della sociologia; la capacità di ascolto, mutuata dalla tradizione psicoanalitica; l’attitudine alla sintesi, cara al pensiero medico-scientifico; la consapevolezza dei tempi di mutamento delle persone e delle strutture, che anima le scienze pedagogiche; infine l’umiltà, che dovrebbe essere la base di ogni intrapresa umana, poiché, parafrasando il Paolo di Tarso della Prima Lettera ai Corinzi, senza l’umiltà, a nulla servirebbe tutto il resto.