progetto:

Reti Capaci – Sistema di giustizia minorile child friendly

09/04/2015
30/06/2015

Linea di Finanziamento

Il progetto è stato finanziato attraverso il Fondo Europeo per l’integrazione dei cittadini di Paesi terzi 2007-2013 – Annualità 2013 – Azione 9 (CUP J89B14000720007   –  CIG 57813221D7).

Partners

Descrizione progetto:

L’obiettivo principale del progetto è stato promuovere un miglioramento della capacità dell’intero sistema nazionale di Giustizia Minorile riguardo la presa in carico dei minori stranieri, attraverso un intervento di capacity building; anche alla luce delle più recenti direttive europee (Linee guida del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa per una giustizia a misura di minore, adottate dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 17 novembre 2010). Il progetto, ha costituito un’occasione, anche per la sua caratteristica di rivolgersi all’intero territorio nazionale, per verificare quale fosse stato il processo di accompagnamento e crescita che i progetti FEI hanno contribuito a sostenere nei confronti dei servizi della Giustizia minorile, rispetto ai minori stranieri; anche grazie a una mappatura delle esigenze, che i servizi della Giustizia ancora esprimono in termini di fabbisogni formativi, urgenze operative, adeguatezza nei confronti del tema. Nel quadro del progetto sono stati elaborati 3 booklet indirizzati agli operatori che, a diverso titolo, si occupano dei minori stranieri; finalizzati a fornire linee di approfondimento sui temi dei diritti dei minori stranieri, sul loro collocamento in comunità e sui percorsi di integrazione attivabili.

Destinatari

Il progetto è stato rivolto al sistema della Giustizia Minorile nel suo complesso, coinvolgendo i CGM su tutto il territorio nazionale e offrendo un percorso di capacity building a oltre 300 tra operatori e dirigenti impegnati a vario titolo nella presa in carico dei minori stranieri.

Contesto

Il Sistema della Giustizia minorile, così come il Paese tutto, si confronta da almeno 15 anni in maniera strutturale con la presenza dei minori stranieri. Gli anni 2000, sono stati il momento in cui l’impatto è stato percepito come più significativo, perchè:

  • i servizi della Giustizia Minorile potevano definirsi di recente immigrazione, ovvero, servizi che avevano da non moltissimo tempo iniziato ad avere una consuetudine con i minori stranieri e con i problemi e le complessità poste da questa utenza;
  • il Paese ha iniziato a dotarsi di strumenti legislativi, teorici ed operativi, per la gestione dei fenomeni migratori compresi, evidentemente, quelli legati alla devianza minorile (è del 1998, ma di fatto applicata dal 2000, la legge Turco Napolitano);
  • sono i non accompagnati, proprio nel 2000, a rappresentare la componente più significativa e che, storicamente, sappiamo essere la più problematica, ai fini dei processi di presa in carico da parte dei servizi;
  • appartiene a quegli anni la sperimentazione, in maniera più significativa, delle forme di mediazione culturale: la Giustizia Minorile ha visto l’inserimento di mediatori culturali secondo modalità diverse, a seconda dei territori (si veda ad esempio la Circolare n. 6 del 23 marzo 2002, “Linee guida sull’attività di mediazione culturale nei servizi della Giustizia Minorile”).

Il senso di questa ricognizione voleva essere quello di capire se fosse possibile tracciare delle piste di lavoro comuni a tutti i servizi o perché rimaste inesplorate o perché permangono ancora delle grandi difficoltà nel mettere in campo risposte più idonee.

Tale ricognizione voleva altresì rispondere all’obiettivo di comprendere se esistesse un’esigenza mirata in alcuni territori, anche in relazione alle specificità di cui il territorio è espressione, così come di verificare, se e come il cambiato scenario, rispetto a quelle che sono le evoluzioni del fenomeno migratorio avesse avuto o stesse avendo un impatto sui servizi della Giustizia Minorile.

Le attività di progetto, quindi, si sono configurate come un’azione di ascolto e accompagnamento ai CGM nella ricostruzione e verifica di quanto è stato fatto nel tempo per migliorare la presa in carico dei minori provenienti dai Paesi Extra UE da parte dei servizi minorili e degli esiti degli interventi.

Obiettivi specifici e azioni

Gli obiettivi specifici dell’intervento sono stati:

  • la rilevazione delle criticità e delle problematiche connesse alla presa in carico dei minori stranieri;
  • la formazione e l’aggiornamento degli operatori e del personale della Giustizia Minorile sul tema dei minori stranieri e sulla loro presa in carico;
  • la diffusione di un linguaggio comune e di pratiche di lavoro condivise, tramite l’organizzazione di eventi di animazione territoriale che sensibilizzassero gli attori coinvolti alla condivisione della responsabilità nella presa in carico dei minori stranieri;
  • il consolidamento delle reti territoriali di intervento, tramite la stipula di accordi e protocolli di intesa.

 

 

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